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Il progetto

La produzione di contenuti e/o opere digitali e creative (Computational Artifact) costituisce un segmento industriale variegato e in continua espansione (una costellazione di piccole e piccolissime realtà, dagli artisti freelance ai piccoli studi di produzione digitali, dalle agenzie di marketing e comunicazione alle software houses). Anche le migliori eccellenze, operanti nel settore culturale e creativo, si trovano costantemente ad affrontare rilevanti sfide tecnologiche e organizzative per misurarsi con il contesto competitivo internazionale.

Le imprese che realizzano Computational Artifact, (in questa definizione sono inclusi tutti gli artefatti creativi realizzati attraverso l’ausilio di un computer) sono accomunate dalla difficoltà di utilizzare la creatività come fattore produttivo, rendendo quest’ultima uno stimolo per l’innovazione continua di prodotto e di processo.
Si associa a ciò la difficoltà nella valutazione del costo industriale del prodotto, spesso realizzato da team multidisciplinari, difficili da gestire, con necessità, tempi di lavoro e costi di produzione notevolmente differenti tra loro.

Il progetto C3 - Creative Cultural Collaboration nasce dalle esigenze manifestate dai partners, tutti appartenenti al settore creativo e culturale, ma con ambiti d’applicazione differenti tra loro:

Obiettivi del Progetto

Il progetto C3 punta a concepire e sperimentare un framework metodologico e tecnologico del processo di realizzazione di un Computational Artifact, che renda più agile e organizzato il processo produttivo. L’obiettivo è quello di ottimizzare la collaborazione nei team multidisciplinari, che coinvolgono spesso un ampio numero di attori, a volte allocati in luoghi differenti, con conoscenze di dominio, capacità tecniche, creative e artistiche eterogenee. Ottimizzare il processo produttivo non è solo una scelta per vincere le sfide tecnologiche e organizzative del mercato internazionale, ma diventa una vera e propria necessità per tutte le realtà che lavorano in modalità “remote”. Un approccio innovativo alla produzione e alla distribuzione di prodotti digitali a forte componente creativa è sia un sostegno per rendere più elastica la collaborazione nei team multidisciplinari distribuiti, ma anche un importante strumento per migliorare i tempi e l’affidabilità dei processi produttivi, contenendo i costi di produzione.

Risultati del Progetto

Al termine del progetto i partner sono concordi nell’affermare che anche le imprese culturali e creative, necessitano di protocolli sociali per gestire e ottimizzare il processo di produzione, che non può essere lasciato all’iniziativa del singolo. Differentemente dall’idea di molti, anche la creatività è ritenuta un processo collettivo e non più del singolo autore. La stessa necessita quindi di una collaborazione efficace (Awareness), tra gli attori coinvolti alla realizzazione di un Computational Artifacts, che devono essere in grado di auto-coordinarsi rispetto a obiettivi condivisi. Lo strumento adottato per rappresentare e condividere protocolli sociali è stato il diagramma BPMN, scelto per semplicità di utilizzo e possibilità di estendibilità.

Nei vari mesi di ricerche, l’utilizzo da parte del team di progetto di un framework software basato su soluzioni Open Source, si è rivelato un mezzo utile per affrontare le problematiche di co-working nella produzione creativa. Lo stesso è stato ritenuto un valido strumento in grado di sostenere:

Le fasi di sviluppo del progetto C3 hanno portato alla realizzazione di alcuni Plugin in grado di integrarsi nelle soluzioni tecnologiche già adottate dai partner, aggiungendo nuove opportunità collaborative all’interno dei team creativi.
La prima tecnologia, sviluppata da Marshmallow Games, ha permesso di migliorare la velocità di produzione di un Computational Artifacts, rendendo fruibile uno strumento tecnico anche ai creativi: il tutto ha prodotto notevoli miglioramenti sul piano dei costi e della qualità del prodotto. I plugin sviluppati da Marshmallow Games hanno avuto come obiettivo principale l’incremento della workspace awareness e della workflow awareness. Il secondo Plugin, di cui è proprietaria Ai2, ha permesso lo sviluppo di features per la condivisione, tra i membri del team, e la gestione di annotazioni su specifiche sezioni del Computational Artifact nel corso della lavorazione. Una ulteriore feature riguarda la presence awareness che offre, ai membri del team informazioni sullo “stato operativo” degli autori di uno specifico Computational Artifact. Un’altra funzionalità implementata riguarda la workspace awareness finalizzata a superare alcuni dei limiti delle soluzioni di versionamento (conflitti) e che offre ai membri del team la possibilità di conoscere in anticipo su quali risorse digitali gli altri componenti stanno operando ed evitare preliminarmente il rischio di aggiornamenti (commit) in conflitto su specifiche risorse digitali. Il terzo Plugin è stato integrato con soluzioni tecnologiche commerciali, in particolare con Adobe Photoshop, uno degli strumenti di grafica digitale più usati al mondo. Focalizzandosi sul problema del versionamento, che interessa i più svariati ambiti creativi, è stato sviluppato un plugin capace di tener traccia, a seguito di modifiche, delle versioni delle immagini, permettendo inoltre all’operatore di tornare alla precedente versione.

I Plugin Realizzati